Il coronavirus nelle acque e nell'ambiente
Il virus COVID-19, della famiglia dei Coronavirus, è stato identificato come la causa di malattie respiratorie. I Coronavirus, che vanno da 60 a 220 nm di dimensioni, sono virus a RNA a filamento singolo con punte a corona sulla loro superficie. Possono infettare uccelli e mammiferi, compresi gli esseri umani, attraverso la trasmissione di aerosol, il contatto da persona a persona o attraverso la via fecale-orale. Sono stati identificati per la prima volta a metà degli anni '60, tuttavia, recentemente sono emersi diversi altri come la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV), la sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) e il nuovo coronavirus 2019 (2019-nCoV).
La ricerca scientifica sul controllo della qualità delle acque e la presenza di virus nelle acque potabili e, in generale, nel processo di trattamento e riutilizzo delle acque reflue ha prodotto numerose evidenze di come tali patogeni possono entrare in contatto con l’uomo e risultare la causa di un cospicuo numero di malattie in assenza di impianti di trattamento. In particolare, il continuo riproporsi di casi di patologie connesse con i virus più aggressivi, nello specifico i corona virus come la SARS (severe acute respiratory syndrome coronavirus), che nel 2003 ha causato circa 800 morti \cite{sars}, o la MERS-CoV (Middle Eastern respiratory syndrome coronavirus) del 2012, oppure ancora la cosiddetta “aviaria”, l’H5N1 (highly pathogenic avian influenzas) ha portato le istituzioni pubbliche e i ricercatori ad effettuare controlli più stringenti proprio nel monitoraggio del trattamento delle acque potabili e di quelle reflue\cite{Wigginton_2015}.