L'elettrocoagulazione e la neutralizzazione della carica delle particelle permettono a queste ultime di unirsi, formando fiocchi di maggiori dimensioni\cite{Kobya_2015} (Fig 7). Questi fiocchi potrebbero essere facilmente rimossi con la filtrazione poichè sono relativamente grandi; inoltre contengono meno acqua e sono più stabili \cite{Kobya_2015}. Questo processo consente di rimuovere dalle acque reflue diversi contaminanti, come metalli pesanti, solidi sospesi e sostanze organiche, utilizzando corrente elettrica ed elettrodi metallici sacrificali, solitamente, in ferro e alluminio, al posto di costosi reagenti chimici.
L'elettrosmosi è, invece, la rimozione dell’acqua legata dal doppio strato elettrico dei fiocchi microbici (Figura 7), incrementando la disidratabilità dei fanghi e diminuendo la resistenza alla filtrazione della miscela areata \cite{Ibeid_2013}. Si verifica quando il liquido sfuso viene spostato verso l’elettrodo caricato in modo opposto, infatti, essendo comunemente caricato positivamente viene attratto verso il catodo e scorre verso la membrana facilitando la filtrazione \cite{Asif_2020}.
L’elettroforesi (Figura 7) invece è il movimento delle particelle cariche verso l’elettrodo caricato di segno opposto su cui si depositano. Anche esso è ritenuto un meccanismo elettrocinetico responsabile della riduzione del fouling di membrana. La superficie dei fiocchi della miscela areata è infatti caricata negativamente, quindi è possibile controllare il movimento delle particelle di fango attivo applicando un campo elettrico esterno \cite{Akamatsu_2010}.