Risultati e prospettive future

I risultati, di seguito riportati, riguardano un confronto tra impianti a scala di laboratorio ove vi erano implementate le biotecnologie precedentemente discusse. In sintesi, si confrontano le performance depurative e la mitigazione del fouling di:
Andando ad analizzare i sistemi con membrana dinamica autoformante, un parametro chiave nel trattamento del refluo sintetico è il tempo di formazione della membrana dinamica. Viene ricavato andando ad analizzare l’andamento della pressione transmembrana (TMP) e la torbidità degli effluenti. Si assume che la membrana è formata quando la pressione inizia ad aumentare, segno che la biomassa è adesa al materiale di supporto, e quando la torbidità scende sotto i 5 NTU \citep{Rezvani_2014,Mohan_2020}.  I successivi depositi sulla membrana aumentano la resistenza alla filtrazione e quindi vi è la necessità di pulire il modulo della membrana  \citep{Yu_2019}. Nel caso in esame, si è osservata una rapida diminuzione del valore della torbidità nell’effluente dell’eAAS-SFDMBR e, contestualmente, un aumento di TMP nelle prime ore di filtrazione. Si assume che il tempo di filtrazione per tale reattore sia risultato 25\(\pm\)5 ore. Ancora, la TMP si è mantenuta costante durante tutto il periodo operativo, il che potrebbe portare tale soluzione impiantistica ad avere una durevole vita operativa. Per quanto riguarda l’AAS-SFDMBR, le tempistiche sono risultate differenti. Innanzitutto, la diminuzione della torbidità è risultata più lenta, così come il suo andamento durante la sperimentazione: infatti, la torbidità dell’effluente dell’eAAS-SFDMBR si è tenuto sotto i 0.6 NTU quasi sempre, a differenza dell’altro effluente i cui valori sono oscillati da 0.5 a 1.5 NTU. Inoltre, la TMP dell’AAS-SFDMBR, dopo un leggero aumento iniziale, segno di formazione della membrana, subisce un repentino aumento dopo circa 450 ore di sperimentazione, implicando una maggiore resistenza alla filtrazione. Si assume, per l’AAS-SFDMBR, un tempo di formazione pari a 80\(\pm\)20 ore. Successivamente, si vanno ad analizzare le caratteristiche delle miscele areate tramite l’osservazione dei Solidi Sospesi Totali e Volatili e l’andamento della Clorofilla-a, indicatore della presenza di alghe. In generale, la differenza tra le caratteristiche delle due miscele areate è evidente, anche tramite la prova del cono imhoff (Fig. \ref{977682}). I risultati, infatti, confermano una maggiore presenza di solidi nel reattore eAAS-SFDMBR, caratterizzati da maggiore sedimentabilità e omogeneità, mentre nel reattore AAS-SFDMBR troviamo meno solidi, i quali sono perlopiù filamentosi, e una maggiore quantità di alghe, denotate anche da un surnatante verdastro. Queste differenze risiedono nell'influenza positiva del campo elettrico, il quale è stato dimostrato avere effetti positivi sulla sedimentabilità del fango \citep{ElNaker_2018,Borea_2017}