Introduzione al quadro normativo e alla procedura di VIS
Il percorso di elaborazione riguardo alla VIS inizia in Europa nei primi anni novanta con il Trattato di Maastricht del 1992 e con la sua evoluzione, rappresentata dal Trattato di Amsterdam del 1997, in entrambi infatti si pone l'accento sulle questioni riguardanti la tutela della salute umana e dell'ambiente e sullo sviluppo sostenibile \citep*{2010}. La nascita vera e propria della VIS si colloca però all’interno del processo di evoluzione della VIA e di introduzione, attraverso la Direttiva 2001/42/CE, della VAS, caratterizzata da un processo valutativo integrato che affronta diverse tematiche, tra cui appunto quella della salute. In seguito, con la Direttiva 2003/35/CE, si garantisce poi la partecipazione del pubblico nei processi decisionali in campo ambientale \citep*{Corpuz_2020}. Il tema della tutela della salute, inoltre, viene affrontato anche nel Trattato di Kiev del 2003, dove si pone l’attenzione alla riduzione delle minacce ambientali sulla salute \citep*{vis}.
Ad oggi, in Italia, esiste una sola legge nazionale sulla VIS, la n.221 del 28 Dicembre 2015 (art.9), che ha sì introdotto la procedura di Valutazione di Impatto sulla Salute nell'ambito dei procedimenti di VIA statale, ma esclusivamente per progetti riguardanti le raffinerie di petrolio greggio, gli impianti di gassificazione e liquefazione, le centrali termiche e gli altri impianti di combustione con potenza termica superiore a 300 MW \citep*{soggiu2016}.