Per tali ragioni è importante soddisfare le esigenze della società e dei gestori degli impianti \cite{Naddeo_2013} implementando un programma completo di gestione degli odori sotto l'aspetto della misurazione, controllo, trattamento e monitoraggio continuo \cite{Zarra_2019}. Sfortunatamente, gli odori sono difficili da misurare. La risposta di una persona a un odore è altamente soggettiva: persone diverse trovano sgradevoli odori diversi e in concentrazioni diverse. Ciò è ulteriormente complicato dal fatto che molte emissioni odorigene, comprese quelle provenienti dagli impianti di trattamento delle acque reflue, sono costituite da molti singoli componenti odorosi e l'odore complessivo di miscele complesse non può essere facilmente misurato \cite{Gostelow_2001}. Ad oggi, infatti, la misurazione degli odori è ancora oggetto di ricerche approfondite \cite{Bax_2020}\cite{Lee_2013} e per esso non esiste un metodo universalmente accettato.
In ambito Europeo, un passo avanti è stato fatto con la pubblicazione dello standard europeo EN13725 del 2003, in cui è stato identificato un metodo oggettivo per la determinazione della concentrazione di odore di un campione gassoso : l’Olfattometria dinamica.
In ambito nazionale, invece, la legislazione italiana non possedeva, al 2017, alcuna indicazione normativa dedicata agli odori ma solamente criteri qualitativi e riferimenti, poco dettagliati, alla prevenzione e mitigazione delle molestie; Con l’entrata in vigore dell’articolo 272-bis nel T.U.A., introdotto dal D. Lgs. 183/2017, è stato finalmente affrontato, seppure in una fase embrionale, il tema delle emissioni odorigene industriali e agricole \cite{bruzzese2019}. Ciò nonostante, la normativa ad oggi non possiede una regolamentazione esauriente in materia di odori a livello nazionale, ma demanda alle regioni la possibilità di indicare criteri di valutazione.
I metodi presenti allo stato dell’arte nella letteratura scientifica per la misura degli odori si raggruppano in metodi sensoriali (come l’Olfattometria), metodi analitici-strumentali (come la gascromatografia/spettrometria di massa) e metodi misti \cite{Zarra_2012}; Le misurazioni analitiche sono state riconosciute come i metodi più accurati per identificare e quantificare la concentrazione di composti chimici singoli o multipli. Tuttavia, queste tecniche sono costose e non consentono di avere informazioni in merito al fastidio indotto \cite{sgiuliani2011}. I metodi sensoriali, al contrario, utilizzano il naso umano come rilevatore per quantificare l'odore di una miscela nel suo insieme, indipendentemente dai singoli componenti : nel caso di aree industriali in cui le emissioni di odori sono multi sorgente l'impatto indotto può essere valutato attraverso una combinazione di analisi olfattometrica e modelli di dispersione \citep{giuliani2012}. E' importante, inoltre, che le analisi sensoriali tengano conto di alcuni fattori che potrebbero influenzare la composizione dell'odore, quale la scelta del materiale di campionamento\citep{kranert2012}. I sistemi misti, che sono di recente sperimentazione e applicazione nell’ambito dell’ingegneria sanitaria ambientale \cite{mkranert2014}, uniscono i vantaggi sia degli strumenti analitici che degli approcci sensoriali . Infatti, per eseguire il monitoraggio continuo in loco, stanno emergendo metodi sensoriali-analitici come soluzioni attraenti che consentono di superare i principali inconvenienti degli strumenti analitici \citep{Zarra_2019}. Un esempio di metodo senso-strumentale con potenziale sviluppo futuro sono gli Instrumental Odour Monitoring Systems (IOMS) precedentemente noti anche come “Electronic nose” (e.Nose) \citep{Oliva_2021} , oppure un sistema GC/MS con porta ODP che sarà successivamente valutato attraverso un caso studio.