. Esso trova larga applicazione in diversi campi, ad esempio con l’avvento della stampa 3D è nata la necessità di testare nuovi materiali per effettuare la stampa e l'utilizzo del 1,4-diossano come solvente ha consentito di raggiungere buoni risultati \cite{He_2016} , è importante quindi prevedere poi la sua rimozione dalle acque di processo . Il diossano in presenza di perossido di idrogeno e UV si degrada. Si è visto che anche le cloroammine degradano il diossano. In letteratura sono presenti diversi studi per rimuovere il diossano. Tramite il processo UV/clorammine si ottengono buone rimozioni di diossano se utilizzato il dosaggio ottimale di clorammina  \cite{Patton_2016} . Altri studi hanno invece investigato la rimozione del diossano in presenza di UV/clorammine e perossisolfato mostrando ancora una volta che la presenza di clorammine sia benefica a specifici dosaggi  \cite{Li_2018} . La ricerca continua anche per trovare metodi alternativi per la rimozione del diossano ad esempio tramite l’utilizzo di alberi come il pioppo \cite{Aitchison_2000}, grazie al quale si sono riscontrate rimozioni del diossano considerevoli in pochi giorni. Non si è però mai considerata la rimozione tramite la simultanea presenza di perossido di idrogeno e clorammine con UV che sarà presentata nello specifico in questo articolo in riferimento allo studio \cite{Patton_2018}. Si è valutata l’efficienza e il tipo di reazioni che si hanno in questo sistema più complesso ed in particolare l’effetto sulla rimozione del diossano.

La rimozione del diossano con UV/H2O2 e clorammine

Il processo UV/H2O2, dove H2O2 è il perossido di idrogeno, rimuove i contaminanti grazie a dei radicali che si formano quando il perossido di idrogeno è sottoposto alla luce UV. Il perossido di idrogeno trova applicazione per la rimozione di vari contaminanti come ad esempio i coloranti tessili \cite{Taba__2017}. In particolare, invece, gli esperimenti che saranno descritti successivamente riguarderanno solo la rimozione del diossano: sono state preparate le miscele di acqua e diossano e si sono sperimentate diverse concentrazioni di clorammine per vedere come fossero influenzati i risultati durante il trattamento UV/H2O2. Bisogna considerare due aspetti fondamentali, ovvero che l’efficienza di rimozione diminuisce se:
 I risultati hanno mostrato che al di sotto delle concentrazioni ottimali, la presenza delle cloroammine è stata benefica per la degradazione del diossano. Quando però il dosaggio ha superato il livello ottimale, le cloroammine hanno interferito con la produzione di radicali e quindi è diminuita l’efficienza di rimozione del diossano. In particolare, a bassi dosaggi di clorammine, le monoclorammine riescono a rimuovere il diossano il 60-80% in più rispetto alle diclorammine; ad alti dosaggi di clorammine, le monoclorammine risultano meno efficienti rispetto alle diclorammine. 
Si è poi visto che le miscele con una maggiore presenza percentuale di monoclorammine, rispetto alle diclorammine, migliora l’efficienza di degradazione del diossano quasi del 40%. Ciò perchè al crescere delle diclorammine rispetto alle monoclorammine, diminuisce la produzione di radicali.
Si è infine confrontato la rimozione del diossano sia nel sistema UV/perossido di idrogeno con sole monoclorammine sia nel sistema UV/perossido di idrogeno con sole diclorammine. I risultati dimostrano che nel composto con le sole monoclorammine anche l’aggiunta di una bassa concentrazione delle stesse porta ad una decrescita del tasso di rimozione del diossano, ciò perchè:
Nel composto con le sole diclorammine invece, il tasso di rimozione del diossano si riduce di una quantità trascurabile rispetto alle monoclorammine, ciò perchè:
Pertanto, le diclorammine hanno avuto un impatto complessivo minore sulle prestazioni di UV/perossido rispetto alle monoclorammine. In Fig.1 si rappresenta sinteticamente il risultato dello studio.