Come controllo sull'efficienza di trattamento del processo di S/S è necessario effettuare test di lisciviazione e test per la determinazione delle caratteristiche meccaniche in modo da definire dei parametri di accettabilità per il riutilizzo della massa trattata \cite{Jin_2020}.
La bonifica dei siti contaminati entra all’interno della normativa nazionale in maniera decisiva con il D.lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale) che disciplina la materia al titolo V della parte IV, abrogando il D.M. 471/1999, ovvero il regolamento attuativo del D.lgs. 22/1997 (“Decreto Ronchi”). Il decreto disciplina gli interventi di bonifica e ripristino ambientale e definisce le procedure e i criteri per eseguire le operazioni necessarie all’eliminazione delle sorgenti di inquinamento e la riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti. Le varie disposizioni non si applicano “all’abbandono di rifiuti”, che comunque è disciplinato dalla parte quarta del decreto, fino a che questi non causano un superamento dei valori di attenzione \cite{albertazzi2018}. All’interno dei vari articoli vengono introdotti i nuovi concetti di “Concentrazione Soglia di Contaminazione” (CSC) e “Concentrazione Soglia di Rischio” (CSR); si predispone un Piano di caratterizzazione al seguito del quale, se approvato, viene effettuata l’analisi di rischio sito-specifica, utile a determinare i potenziali rischi per l’uomo e per l’ambiente. \cite{albertazzi2018}  

Trattamento ex situ di un suolo contaminato 

Il sito in esame è ubicato nelle vicinanze di una fonderia di Pb-Zn . Nel suolo sono state rilevate elevate concentrazioni di metalli pesanti, ovvero piombo (Pb), zinco (Zn) e cadmio (Cd) a causa di un errato smaltimento di rifiuti liquidi e solidi degli ultimi 20 anni. Inoltre, l’afflusso di acque reflue domestiche dalla città ha prodotto un accumulo di sostanza organica nel sito in esame. Per questo motivo, tenendo conto del buon rapporto costo-efficacia delle tecniche di trattamento S/S ex situ, si è optato per tale processo di trattamento del terreno contaminato, on site. È stata analizzata un’area di 35 m2, nella quale risultano due strati contaminati: il primo, costituito da argilla limosa, che raggiunge la profondità di 1,5 m dal piano campagna, il secondo, invece, costituito da argilla sabbiosa, è compreso tra 1,5 m e 3 m di profondità dal piano campagna. Al di sotto di essi è presente una formazione di arenaria non interessata dalla contaminazione. Il livello delle acque sotterranee varia tra 1,22 e 1,28 m di profondità. Il valore del pH del suolo si mantiene vicino alla neutralità. Nella Fig. \ref{261618} si riportano i valori relativi alle caratteristiche principali del terreno come profondità, pH, contenuto d’acqua naturale (wn), contenuto di sale solubile (ws) e le quantità di sostanze contaminanti inorganiche (Pb, Zn e Cd) e organiche (Om).