La normativa italiana e europea sui corsi d'acqua

La direttiva UE 2000/60/EC, nota anche come direttiva quadro sull'acqua (WFD), identifica i processi di sviluppo e salvaguardia del territorio attraverso la caratterizzazione della qualità delle acque superficiali. Ciò implica il controllo dei carichi di inquinamento e la definizione dei vincoli connessi alla pianificazione territoriale \cite{Naddeo_2007}. Gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque sono vari, tra cui quello di fissare obiettivi ambientali al fine di garantire che tutti i corpi idrici raggiungono lo “stato buono”, incoraggiare l’uso sostenibile dell’acqua, creare un sistema di gestione delle acque che si basi non su confini politici ma su bacini idrografici. In base alle caratterizzazioni che vengono effettuati ai corsi d’acqua viene affidato uno status che può essere “elevato”, “buono”, “suffiente”, o “scarso”, dove tale status viene valutato sulla base della combinazione di elementi biologici, idromorfologici e chimici. Anche la normativa italiana, recependo la norma europea, prevede almeno uno status buono per i corpi idrici, e un piano di salvaguardia e recupero. Sia la precedente normativa 152/99 che la 152/06 suddivide lo stato ambientale dei corsi d’acqua in stato ecologico e stato chimico ciascuno dei quali viene individuato tramite appositi indicatori (fig. 1).Per raggiungere l’individuazione dello stato è necessario effettuare una serie di sezioni di monitoraggio, prevedendo almeno un campione al mese per i parametri macroindice e uno per stagione per i parametri biologici.